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Pianosa - Arcipelago Toscano.
Pianosa: Il penitenziario. |
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Nel 1858 viene istituita "la colonia penale agricola della Pianosa" e furono inviati sull'isola i condannati "al carcere, alla casa di forza, ed all'ergastolo a tempo", tutti destinati ad occuparsi dei lavori nei campi. Nel 1861, al momento della proclamazione dell'unità d'Italia, il totale dei reclusi ammontava a 149. L'anno seguente fu terminato un edificio capace di ospitare 350 carcerati, ma nel 1872 si preferì dividere l'isola in diversi centri di produzione agricola detti poderi dislocando così i reclusi in piccole comunità. Attorno al 1880 il carcere sull'isola ospitava ben 960 reclusi.
A partire dal 1884, nella Casa Penale di Pianosa vennero trasferiti dalle carceri di tutta Italia i detenuti ammalati di t.b.c., che si unirono così ad altri già presenti sull'isola, rimanendovi fino al 1965. Il trattamento dei detenuti tubercolosi avveniva in tre strutture: Preventorio (attuale Centrale) dove venivano accolti i supposti malati per le prime visite; il Sanatorio (ex Podere del Cardon, attuale Agrippa) un ospedale ben attrezzato per la cura delle malattie polmonari; il Convalescenziario (Podere del Marchese) dove i detenuti guariti trascorrevano un periodo di convalescenza. Fu "ospite" della diramazione del Sembolello nel 1932 anche il futuro presidente della Repubblica Sandro Pertini, incarcerato per motivi politici. In quegli anni a Pianosa abitavano circa 60 famiglie, forse è il momento di maggior presenza di civili a Pianosa. Negli anni '80 si comincia a prospettare, da più parti, l'ipotesi di chiusura del carcere e la restituzione di Pianosa alle competenti autorità civili In seguito all'emergenza dettata dagli attentati ai magistrati Falcone e Borsellino, il governo decide la immediata riapertura del carcere di massima sicurezza sull'isola, relegandovi i detenuti per reati di tipo mafioso. Questa nuova situazione trasforma Pianosa in una fortezza, inaccessibile a tutti, con la sezione Agrippa a sua volta separata dal resto dell'isola; Pianosa viene vigilata giorno e notte da Agenti di Custodia, Carabinieri, Polizia, vengono istituiti rigidissimi divieti di sorvolo e di navigazione nelle acque circostanti. L'emergenza si protrae fino al luglio 1997, quando l'ultimo detenuto per mafia viene trasferito dall'isola ad altre sedi di reclusione sul continente, e per il carcere di Pianosa si ricomincia a parlare di chiusura. Una chiusura quasi definitiva avviene nell'agosto del 1998, non essendo rimaste sull'isola che poche forze dell'ordine con compiti di vigilanza e di guardia alle strutture. |
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